Verso le antiche capitali della Russia: così potrebbe intitolarsi il programma di viaggio di quest’anno delle scuole di iconografia dell’Abbazia di Maguzzano e di Padova a S. Pietroburgo, Staraya Ladoga, Tichvin, Novgorod, Pskov.
Dal 21 al 29 luglio più di venti allievi guidati dai maestri Giovanni Mezzalira ed Enrico Bertaboni sono partiti per S. Pietroburgo e là giunti, dopo aver visitato brevemente la città e in modo più approfondito il museo dell’Ermitage, hanno affrontato un interessante percorso verso l’antica e prima capitale di Russia, Novgorod.
Il gruppo ha dapprima visitato il villaggio fortificato di Staraya Ladoga, antico insediamento di vichinghi svedesi che da lì partirono per fondare la Russia e dove sorge una delle più antiche cattedrali premongoliche, S. Giorgio, finemente affrescata nel XII secolo. Momento di panico; non la si poteva visitare perchè l’atmosfera era troppo umida. Poi, grazie alla nostra guida Svetlana, giovane pietroburghese, molto preparata, che ha insistito presso chissà chi, e vedendo che il gruppo era composto da esperti, oltre ad aprire appositamente per noi la chiesa è giunto pure uno studioso della stessa che volentieri ha approfondito alcuni aspetti interessanti del luogo.
Si è proseguito per Tichvin dove si è visitato il cinquecentesco monastero dell’Assunzione, che sembra uscito da un libro di fiabe, dove è conservata la famosa icona miracolosa della Vergine attribuita a S. Luca, tra le immagini più venerate della Russia.
Si è giunti quindi a Novgorod prima capitale (862 d.C.) di quel territorio che sarebbe diventato la Russia.
La prima visita è stata quella alla chiesa della Trasfigurazione affrescata da Teofane il greco nel XIV secolo. Sia nella cattedrale di S. Sofia che nel prezioso museo d’arte della città si sono potute ammirare icone antiche tra le più conosciute e venerate. Il museo è tra i più importanti della Russia e dal 1992 è incluso nel patrimonio mondiale dell’Unesco.
Verso Pskov altri importanti monasteri che suggellano la forte spiritualità russa finalmente libera di esprimersi. Pskov è stata una piacevole sorpresa, col suo bellissimo Cremlino (fortezza) situato alla confluenza dei fiumi Pskova e Velikaya, all’interno del quale sorge la cattedrale della SS. Trinità la cui fondazione risale al X secolo. Molto interessanti gli affreschi del XII secolo della cattedrale della Trasfigurazione situata all’interno del monastero Mirozskij e la casa museo Pogankin con una straordinaria raccolta d’icone antiche.
È davvero impossibile in poco spazio descrivere tutto ciò che si è visto e tutto ciò che si è imparato sulla storia dei primordi della Russia, storia che spesso conduce verso un mondo mitico e favoloso.
Tornati a S. Pietroburgo si è avuto il tempo di visitare la Cattedrale del Salvatore sul sangue versato,
ricca di mosaici e il Museo Russo voluto dall’ultimo zar Nicola II che conserva un’originale collezione scelta dall’imperatore. In questa città progettata nel ‘700 e ‘800 da architetti italiani, ci si sente quasi a casa, se non fosse per la vastità, l’imponenza e la conservazione perfetta degli edifici. La salvaguardia di S. Pietroburgo è però costata migliaia di vittime durante l’assedio dei tedeschi, nella seconda guerra mondiale, dal 1941 al 1944, che comunque non sono riusciti a distruggere nulla. Particolarmente toccante è stata la visita ai piccoli cimiteri dei “grandi” situati nel vasto monastero di Aleksandr Nevskij, dove riposano Dostoevskij, Ciaikovskij e molte altre importanti figure della Russia, sulle cui tombe vengono tutt’ora deposti fiori freschi.
Preziosa è stata la presenza durante tutto il viaggio di Padre Adalberto Piovano, monaco benedettino, profondo conoscitore della cultura russa e del monachesimo ortodosso, scrittore di interessanti libri di spessore teologico unico, che ci ha spiegato con competenza ma anche estrema semplicità e chiarezza ciò che si incontrava durante il viaggio.
Il gruppo ha affrontato questo viaggio con uno spirito davvero bello di condivisione e il nome delle scuole dell’abbazia di Maguzzano e di Padova è arrivato fino alla vera Russia, quella poco turistica… chissà se a qualcuno che là ci ha conosciuto e forse apprezzato non venga voglia di approfondire cosa c’è qui.
Enrico Bertaboni