Il corso annuale della Scuola diocesana di Iconografia s. Luca di Padova guidato dal Maestro Giovanni Mezzalira nel 2015-2016 (ANNO DELLA MISERICORDIA) ha realizzato l’Icona di Gesù Misericordioso, secondo i canoni trasmessi da s. Sr. Faustina Kowalska.
Il 22.2.1931 sr. Faustina ebbe una visione che ella così descrive nel suo Diario:
“Stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido (…).
Gesù mi disse: DIPINGI UN’IMMAGINE SECONDO IL MODELLO CHE VEDI, CON SOTTO SCRITTO: GESÙ CONFIDO IN TE! DESIDERO CHE QUESTA IMMAGINE VENGA VENERATA PRIMA NELLA VOSTRA CAPPELLA, E POI NEL MONDO INTERO (…).
Mentre pregavo udii interiormente queste parole: I DUE RAGGI RAPPRESENTANO IL SANGUE E L’ACQUA. IL RAGGIO PALLIDO RAPPRESENTA L’ACQUA CHE GIUSTIFICA LE ANIME; IL RAGGIO ROSSO RAPPRESENTA IL SANGUE CHE È LA VITA DELLE ANIME. ENTRAMBI I RAGGI USCIRONO DALL’INTIMO DELLA MIA MISERICORDIA, QUANDO SULLA CROCE IL MIO CUORE, GIÀ IN AGONIA, VENNE SQUARCIATO CON LA LANCIA.”
Disse ancora Gesù a sr. Faustina (come ella riferisce nel suo Diario): “Attraverso questa immagine concederò molte grazie“.
Il papa Benedetto XVI, nel Regina Caeli del 23 aprile 2006 così diceva della sacra immagine di sr. Faustina:
“Quelle sacre piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato sono sorgente inesauribile di fede, di speranza e d’amore a cui ognuno può attingere, specialmente le anime più assetate della Divina Misericordia. Il culto della Misericordia Divina non è una devozione secondaria, ma dimensione integrante della fede e della preghiera del cristiano“.
In questo Anno Santo della Misericordia indetto dal nostro Papa Francesco, ci sentiamo incoraggiati a riproporre questa sacra immagine, proprio in obbedienza all’invito di Gesù “dipingi…!” che, attraverso le parole di sr. Faustina, la Chiesa ha accolto e approvato.
Lo facciamo con il linguaggio dell’iconografia comune alla Chiesa unita del Primo Millennio cristiano, nella convinzione che tale linguaggio, in quanto universale, sia il più efficace per esprimere il sacro contenuto che esso racchiude.