Convegno Genocidi dimenticati: una sentita e commossa partecipazione

Convegno Genocidi dimenticati: la Grande Fame in Ucraina (Holodomor 1932-33) storia e memoria di un massacro

Il Coro e i presenti Cantano alla memoria delle vittime il Vecnaja Pamiat

Il Coro e i Presenti cantano alla memoria delle vittime il Vecnaja Pamiat

Una memoria commossa e partecipata, non soltanto doverosa, ha caratterizzato il clima del convegno organizzato dal Centro Solov’ëv, in collaborazione con la Diocesi (Pastorale dell’Ecumenismo) e la Basilica del Santo l’1 dicembre scorso per ricordare un grande genocidio del Novecento: la Grande Fame del 1932-33 provocata nei confronti della popolazione ucraina da parte del regime staliniano, attuando uno sterminio di imprecisate dimensioni, comunque nell’ordine di milioni di persone. E ciò per non mantenere un complice silenzio su uno dei numerosi massacri del Novecento, forse quello più scomodo da ricordare dal punto di vista politico. La numerosa partecipazione di pubblico ha però rivelato una sensibilità e un interesse superiore alle attese, con momenti di commozione al pensiero delle vittime innocenti, specie durante lo struggente canto dell’ “Eterna memoria”.

La Vice-Console dell'Ucraina offre al Presidente Fellin un'importante raccolta di documenti sull'Holodomor

La Vice-Console dell’Ucraina Victoria Zheryobkina offre al Presidente Fellin un’importante raccolta di documenti sull’Holodomor

Anche gli interventi dei relatori, nonché delle testimonianze, hanno mantenuto alto l’interesse dei partecipanti. In particolare Vartan Giacomelli ha individuato il filo rosso che unisce i genocidi, mettendone in evidenza le premesse ideologiche e le strategie attuate per additare colpevolmente dei capri espiatori rispetto a situazioni di crisi; una portavoce di Antonia Arslan ha letto uno struggente racconto di Vasilij Grossman sulle vicende di una famigliola perita nella carestia. Gli storici Simone Bellezza e Simona Merlo hanno presentato il contesto e la situazione socio-politica dell’Ucraina nell’epoca sovietica, nonché la descrizione dell’evento.

Padre Babiak nella sua testimonianza

Padre Babiak nella sua testimonianza

Hanno colpito anche l’intensa emozione della Vice Console ucraina Victoria Zheryobkina nel rivolgere un saluto ufficiale e le testimonianze di p. Augustyn Babiak e p. Fiorenzo Reati che hanno messo in evidenza il ruolo delle Chiese, pur differenziate, ma sempre vicine alle vittime.
Felici del successo i promotori dell’iniziativa: il presidente del Centro Solov’ëv, prof. Ing. Lorenzo Fellin e i due sostenitori istituzionali: don Giovanni Brusegan per la Diocesi e p. Enzo Poiana per la Basilica del Santo.
I volontari del Centro Solov’ëv hanno contribuito a creare un clima accogliente e familiare.
Unica nota negativa: la totale assenza del Comune di Padova, pure informato dell’iniziativa.
Il Centro Solov’ëv, presieduto dal prof. Ing. Lorenzo Fellin, si caratterizza da anni a Padova per le sue iniziative di sensibilizzazione culturale nei confronti dei Paesi dell’Est europeo, promuovendo momenti di conoscenza e scambio, soprattutto dal punto di vista religioso e spirituale, ad esempio riproponendo la liturgia in rito bizantino-slavo ogni seconda domenica del mese presso la Chiesa di San Massimo e sostenendo la Scuola di iconografia San Luca. E’ disponibile per realizzare Mostre e incontri-conferenze sull’icona o su argomenti di carattere ecumenico. Annarosa Ambrosi @ambrosiann ♦

(pubblicato su La Difesa del Popolo del 13 01 2013, pagina 13)