Meditazioni sulla crisi che ci coinvolge

ospitiamo molto volentieri queste meditazioni attuali:

Il vescovo emerito Antonio Mattiazzo sul Coronavirus:
La pandemia sta mettendo in ginocchio il mondo, ma potrà anche lasciare un segno positivo …

nelle nostre vite. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato – ricorda il papa – si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Comprendiamo il “segno” del Coronavirus se cominciamo a rivedere i nostri stili di vita. …

Ecco il primo intervento, pubblicato su “La difesa del popolo”, cui rimandiamo:

Di seguito, un secondo contributo, sempre del Vescovo emerito Antonio Mattiazzo, che ci ha autorizzato a diffondere:

Ce la faremo? Il coronavirus mette a prova la nostra speranza

 

L’epidemia di coronavirus ci ha accompagnato nel tempo della Quaresima come un “segno” di conversione e di ritorno a Dio, da accogliere con fede e coraggio. Ora che siamo arrivati alla Pasqua proviamo a considerare la situazione che stiamo vivendo alla luce della Croce e Risurrezione di Gesù. Se lo facciamo, tutto cambierà di segno e acquisterà un senso nuovo, la nostra vita diventerà “pasquale”, una speranza audace subentrerà alla paura.

La Croce è la morte di Gesù. Uomo vero, nessuno più di Lui ha provato il ribrezzo della morte, perché la cosa più opposta a Dio, che è Vita e Bellezza infinita ed eterna. Ma ha voluto fare l’esperienza della morte e della morte più ignominiosa e atroce, sentendosi abbandonato. L’ha fatto perché ha scelto liberamente di essere solidale con noi, penetrando fin nell’abisso della nostra condizione umana mortale, ma per vincerla e riportare la vita. Così facendo ha cambiato il senso della morte, che non è più una condanna, ma il passaggio alla vita immortale.

Volgendo ora lo sguardo all’epidemia di coronavirus, constatiamo che la nostra congenita fragilità, di cui questo flagello ci ha fatto prendere più viva coscienza, diviene impotenza di fronte alla morte. L’infezione sta mietendo migliaia di morti, specie tra i più anziani. Ogni sera la Protezione civile ci consegna, come in un bollettino di guerra, il numero dei morti. La morte manifesta il suo aspetto più lugubre e impietoso quando vediamo le bare caricate su camion, senza un corteo funebre, diretti verso una destinazione sconosciuta. Pensiamo al dolore dei familiari, privati anche di un ultimo gesto di pietà. Di fronte a tanta sofferenza, è stato un atto molto delicato quello dei nostri Vescovi, che si sono recati in cimitero per pregare e benedire i defunti che dormono in attesa della risurrezione (questo è il senso della parola “cimitero”).

C’è un pensiero, una domanda che rimane come celata, forse rimossa nelle tante informazioni e discorsi che si fanno: che ne è dei morti stroncati dal virus? Si dice per incoraggiarci “ce la faremo! “Ma anche se ce la faremo, sarà ancora per quanto tempo? Non siamo forse tutti mortali? Siccome la scienza e la cultura secolarizzata del nostro tempo non hanno risposte a questa domanda, si preferisce tacere, oppure dare risposte evasive. Qualcuno ha detto: noi non combattiamo contro la morte – è una battaglia già perduta in partenza- ma per avere un po’ più di tempo da vivere in questo mondo. Pur apprezzando il valore della vita, in questo pensiero leggo la rassegnazione e, nel fondo dell’anima, un senso di tristezza. L’attuale sofferenza, allora, sarebbe solo una parentesi negativa, senza alcun senso? La nostra speranza allora si arresta sulla soglia della morte? Sul senso del morire e sul dopo-morte è calato il silenzio. Quel che colpisce è che anche la voce cristiana, almeno nella sfera pubblica, pare affievolita e trova difficoltà ad esprimersi e proporre un discorso sensato e fiducioso sulla vita oltre la morte agli uomini d’oggi. Forse si è ancora intimiditi da chi accusava i cristiani di sprecare, guardando al cielo, le energie destinate al progresso sulla terra. Si è da molti risposto mostrando un generoso impegno nella carità e nel sociale. Questo è certamente cristianesimo genuino. Ma non è tutto, se l’orizzonte del fine ultimo della vita si è offuscato e spenta è la speranza oltre la morte. Non è tutto, perché un progresso solo materiale rimane insoddisfacente: “chi beve di quest’acqua – dice Gesù – avrà di nuovo sete” (Gv 4, 13). Ciò che è venuto a mancare è proprio questo accordo tra cielo e terra, fra progresso umano e Regno di Dio, fra tempo ed eternità. L’averli separati è il grande errore, una grande disgrazia. Se rappresenta un’alienazione religiosa quella di sottrarre valore alla terra in nome del Cielo, ancor peggiore è l’alienazione materialista che assolutizza la vita terrena fino ad eliminare la vita eterna. Una delle conseguenze è una speranza corta e miope, insufficiente e, alla fine, sconfitta di fronte alla realtà ineluttabile e universale della morte, che conferisce alla natura un potere assoluto, capace di annientare anche tutto il bene compiuto. È triste la terra se non è illuminata dal sole di giorno, se le stelle non brillano nell’oscurità della notte. Occorre uscire dagli schemi troppo angusti e dagli scopi troppo bassi in cui abbiamo rinchiuso la nostra vita e i nostri desideri, perché si rivelano incapaci di darci un senso e di infonderci speranza quando tutto viene meno in questo mondo.

Chi ha partecipato alla straordinaria preghiera di Papa Francesco il venerdì 27 marzo scorso è rimasto colpito dallo scenario del tutto insolito che ha visto. Il momento più carico di significato è stato quando il Papa, solo nella piazza deserta e sotto un cielo plumbeo, quando già erano calate le ombre della sera, ha innalzato l’ostensorio dov’era presente il Signore Vivente per benedire tutta l’umanità di oggi, smarrita nella tempesta del coronavirus. In quel momento di luce mi risuonavano le memorabili parole di Cristo di fronte al sepolcro di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno “(Gv 11, 25-26). Parole di potenza divina che irrompono nel buio della morte e rivelano il Vincitore della morte e Donatore di una vita che va aldilà della morte terrena. È il Cristo, vincitore della morte e risorto alla vita immortale che svela e compie la nostra vocazione alla vita eterna. Perché Dio non ci ha destinati alla morte, ma alla vita e alla felicità eterna.

Fondato su questa fede, S. Paolo ci ha detto una stupenda verità che illumina i momenti bui della nostra esistenza terrena: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? “(Rm 8, 35). Non c’è tribolazione o angoscia, non c’è virus, non c’è neppure la morte che ci possa separare dall’amore di Cristo. La morte non ha potuto vincere il suo amore divino ed infinito. La Liturgia canta: “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”.

Il Cristo in cui crediamo non è rinchiuso nel passato, vive nel presente e ci attira verso di Lui nella gloria. Nel Battesimo noi siamo stati uniti al Cristo morto e risorto. Cristo ha già incontrato la mia morte e mi ha fatto partecipe della sua vita nuova ed eterna. La mia vita deriva dalla Pasqua e tende verso la Pasqua eterna.

Questa prospettiva così grandiosa l’abbiamo forse sepolta nel fondo del nostro cuore. Ma non è sparita. Perché non risvegliarla e farla risalire alla luce della coscienza, farla rientrare nella nostra vita? Cerchiamo, in questo tempo di Pasqua, di rientrare in noi stessi, ascoltiamo la nostra anima, il nostro cuore, ascoltiamo soprattutto la voce di Dio. Il Signore Risorto non è lontano da noi, ci avvolge con la sua luce, apriamo a lui il nostro cuore. A questa condizione, in ogni caso “ce la faremo”e nulla andrà perduto, neppure la sofferenza, perché la fede dà un senso anche alla sofferenza. Sperimenteremo allora che la paura e l’angoscia cedono alla fiducia e alla speranza. Chi possiede questa forte speranza, non solo guarderà al domani senza timore, ma si sentirà pure animato ad impegnarsi ancor di più nel servizio del prossimo con la certezza che nessuna opera buona sarà vana e senza ricompensa eterna.

Il tempo sulla terra è il tempo che Dio ci dona per confezionare l’abito per partecipare al banchetto delle nozze eterne nel Regno di Dio. È necessario confezionarlo oggi, perché giunti là, non ci sarà più tempo. Il filo d’oro con cui intessere l’abito è l’amore, quello autentico. Perché nella vita eterna non entrerà neppure un granello di egoismo, ma solo l’amore.

5 aprile 2020                                                                  Antonio M.

Iniziativa per una meditazione in tempo di crisi

Con l’utilizzo di immagini iconografiche e di miniature medioevali viene proposta

una lettura ecclesiale dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo,

in preparazione della Pasqua, a cura di Annarosa Ambrosi.

Per partecipare connettiti a YouTube

sul canale di Annarosa Ambrosi, cliccando qui

alle ore 20,45 dei giorni 4 – 6 – 8 aprile 2020

È NECESSARIO ESSERE PROVVISTI DI BIBBIA CEI 2008

Si invita ad essere provvisti anche dei  testo in versione strutturata prelevandolo qui

Chi desidera potrà  interagire con la relatrice, previa iscrizione al canale.

Torna a trovarci, grazie

locandina del corso

 

      ecco il video di presentazione

 

Settimana Santa 2020

Iniziativa per una meditazione in tempo di crisi:

In preparazione alla S. Pasqua, segui la…

Pubblicato da Iconografi su Giovedì 2 aprile 2020

Riflessioni sulla teologia, sull’estetica e sull’ermeneutica dell’Icona

Queste riflessioni nascono da un continuo confronto e passaggio dall’esecuzione dell’icona alla riflessione su di essa, e dalla riflessione sull’icona a quella sulla Sacra Scrittura, guidata, quanto al metodo, dalle indicazioni offerte dai  primi teologi e pensatori cristiani, i Padri della Chiesa,  confortata dal fatto che questo metodo è tuttora vivo nelle chiese cristiane d’Oriente.
La mia esperienza è inoltre di confronto con il modo di vivere l’icona da parte della Chiesa d’Oriente, in particolare quella ortodossa russa, che in questo momento sembra vivere un particolare momento di giovinezza spirituale.
 
 

Ritengo che la Verità contenuta nella Scrittura sia la stessa che viene “scritta” nell’icona, secondo l’espressione di Teodoro studita (VII-IX secolo), ripresa dalla Lettera dell’attuale Pontefice in occasione del XII centenario del Concilio di Nicea, che dice: “Ciò che da una parte è espresso dall’inchiostro e dalla carta, dall’altra, nell’icona, è espresso dai diversi colori e da altri materiali”(Duodecimum saeculum § 10). Penso che ciò sia valido non solo in riferimento alla forza didattica o illustrativa dell’icona, come se si trattasse di una semplificazione per gli illetterati (biblia pauperum), ma con la stessa carica semantica, con la molteplice ricchezza di significati di cui è dotata la Scrittura, con la differenza che, mentre la Parola è percepita col senso dell’udito, l’immagine è percepita dal senso della vista. Continua a leggere

Corso di iconografia per principianti a Vigonza (PD)

Di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto. Volto di Cristo
Il Tuo Volto, Signore, io cerco. (Sl 26,8).  

Per amore del Santo Volto di Gesù …

… la Comunità Gesù confido in Te

propone un

CORSO DI ICONOGRAFIA

Il corso propone l’esperienza della pittura completa dell’icona del Volto di Cristo, attraverso tutte le sue tappe, evidenziandone la tecnica, l’estetica e la teologia in essa racchiuse. 

Non si pretende di formare da subito degli iconografi (per questo si richiedono anni di apprendistato) ma si intende fornire delle concrete chiavi di accesso all’arte sacra. Il corso è una piccola esperienza che può avere risonanza e illuminare ambiti più vasti come l’intera nostra vita, la preghiera, la liturgia, i rapporti interpersonali…

Le tappe di esecuzione dell’icona riguardano:

  •  la tavola di legno e la sua preparazione con gesso;
  • la stilizzazione del disegno, “alfabeto” della scrittura iconografica;
  • la doratura;
  • la tempera all’uovo;
  • i colori e i pigmenti naturali;
  • la tecnica delle lumeggiature;
  • le iscrizioni;
  • la verniciatura finale.

Il corso si svolgerà presso la sede dell’Associazione “GESÙ CONFIDO IN TE” ODV

Via Barbariga, 87   (35010) Vigonza PD

visualizza su google maps

Orario: il martedì, ore 15-18,30 per un totale di 12 lezioni,

  • a partire dal 14 gennaio 2020,

e quindi secondo il seguente calendario:

  • gennaio: 21 – 28
  • febbraio: 4 – 11 – 18 – 25
  • marzo: 31
  • aprile: 7 – 14 – 28
  • maggio: 5.

Docente: Prof.ssa Annarosa Ambrosi.

Costo: 380 €. Sono compresi tutti i materiali necessari per realizzare l’icona (tavola preparata con colla e gesso, pennelli, pigmenti, oro autentico, colle e vernici, schede didattiche, immagini e altri sussidi). L’ allievo dovrà provvedere a: quaderno per appunti, penna, matita, gomma e un portalampada da tavolo (con lampada a luce diurna 6400 circa gradi kelvin).

Iscrizioni: si potranno effettuare comunicando l’adesione al 346 095 9777 entro il 12 gennaio. Sarà poi richiesto il versamento di almeno metà della quota (190 euro) entro il 13 gennaio e il rimanente entro il 31 marzo, tramite bonifico a BANCA POPOLARE ETICA – Filiale di Padova – IBAN IT22K0501812101000011761764.

www.accolticonamore.org 

Facebook: Accolti con amore

 

Corso di Iconografia a Milano aprile-maggio 2020

Un corso di iconografia si terrà a Milano con il tema “Incoronazione della Vergine”, diretto dal Maestro Giovanni Mezzalira.

Il corso si propone a tre livelli:

Principianti: Pantocrator
Progredienti: Madre di Dio di Vladimir / Pantocrator
Avanzati: Incoronazione della Vergine

nei periodi 23 – 26 aprile e 01 – 03 maggio 2020

Per informazioni e prenotazioni i dettagli sono contenuti nella locandina scaricabile dai seguenti files:

Locandina parte interna    Locandina parte esterna

18 ottobre 2019 – Festa di s. Luca

La Festa di s. Luca segna l’inizio dei Corsi della nostra Scuola si Iconografia che a Lui si ispira.

Come ogni anno, dopo l’incontro iniziale, abbiamo partecipato alla s. Messa celebrata dal Vescovo di Padova Mons. Claudio Cipolla presso la tomba di s. Luca che si trova nella Basilica di s. Giustina a Padova (v. foto).

 

In mattinata TV2000 aveva trasmesso un servizio su s. Luca e l’Abbazia di s. Giustina, all’interno del quale era pure presente un piccolo spazio dedicato alla nostra Scuola, che alleghiamo.

Che s. Luca ci aiuti ad accogliere degnamente la sua eredità, a benedire il nostro lavoro, per la gloria, la gioia e la bellezza della Santa Chiesa.

Corsi di Iconografia della Scuola San Luca per il 2019-2020

SCUOLA DIOCESANA DI ICONOGRAFIA “S. LUCA”
In collaborazione con l’Ufficio per la Liturgia 
e l’Ufficio per l’Ecumenismo 
della Diocesi di Padova

Sono aperte le iscrizioni ai

CORSI DI ICONOGRAFIA 2019-2020

I corsi si svolgeranno con cadenza media quindicinale,
presso l’Istituto Don Bosco, via San Camillo de’ Lellis 4, Padova.

  • principianti: Il Volto di Cristo
  • progredienti: Madre di Dio della Tenerezza, Madre di Dio di Kazan
  • avanzati: I quattro evangelisti, Noli me tangere, Madre di Dio di Kikkos


Venerdì 18 ottobre 2018 ore 16,45: Presentazione corsi e saluto da parte di un rappresentante della Diocesi nell’Abbazia di Santa Giustina a Padova, ingresso Via Ferrari 2A.
Seguirà la S. Messa presso la Tomba di S. Luca.

Per informazioni e iscrizioni contattare i corrispondenti maestri:
Giovanni Mezzalira giovanni.mezzalira @ gmail.com  0444 660982
Enrico Bertaboni enber @ libero.it   329 0215626
Annarosa Ambrosi annarosa.ambrosi @ gmail.com  334 3221072

(l’indirizzo mail è scritto in modalità antispam, eliminare gli spazi per l’utilizzo)

Informazioni per i principianti: Giovanni Mezzalira

Documenti per approfondimento delle informazioni:

Preleva qui la brochure con le informazioni dettagliate e con il calendario dei corsi

Locandina per l’affissione interna presso parrocchie e istituzioni interessate

Corso di Iconografia a Milano in ottobre 2019

Il corso consente, anche a coloro che si accostano come prima esperienza, di realizzare una icona.

Vengono proposti tre livelli: Principianti, Progrediti e Avanzati

I corsi, guidati dal maestro GIOVANNI MEZZALIRA, si svolgeranno a Milano nel mese di ottobre 2019.

È possibile iscriversi attraverso i contatti indicati nella locandina allegata:

Locandina parte prima

Locandina parte seconda

 

Corsi di Iconografia presso il convento di Sant’Agostino a San Gimignano

Il corso propone l’esperienza del lavoro sulle icone secondo il metodo e la tradizione ad esse propri, approfondendone la teologia ed il linguaggio artistico.

Il corso, guidato dal maestro GIOVANNI MEZZALIRA,  inizierà il 4 settembre 2019 alle ore 14,30 e terminerà con il pranzo del 10 settembre.

È possibile iscriversi entro il 5 agosto 2019. Per questo contattare
Anna Martini o
sr. Roberta.

Vedi i riferimenti e tutte le altre informazioni nella locandina allegata.


Il tema del corso base è il Volto di Cristo.
Il tema del secondo corso è l’icona della Madre di Dio.
Il Tema del corso intermedio è l’icona del Cristo tra le potenze.
Il tema del corso avanzato è l’icona della Trinità.

Scarica la locandina del corso

Per coloro che lo desiderano sarà possibile partecipare a momenti di preghiera con i padri agostiniani.

Viaggio Iconografi a Cipro e Istanbul 20-28 maggio 2019

Veramente straordinario questo bel viaggio a Cipro e Istanbul, organizzato per visitare i tesori dell’antica iconografia, in questi luoghi in cui l’arte cristiana ha raggiunto livelli di compiuta bellezza.


Evangelizzata da Paolo e Barnaba, l’isola di Cipro accolse il cristianesimo primitivo e ne conserva le tracce custodendo la tomba di s. Barnaba nell’antico monastero di Salamis, e quella di s. Lazzaro nella Cattedrale di Larnaca.

Abbiamo visitato questi antichi siti, insieme alla basilica paleocristiana di Angeloktisti, che custodisce il mosaico absidale di Maria con Angeli del VI secolo.


Dopo l’interessante tappa al museo bizantino di Nicosia e alla Cattedrale di s. Giovanni, ci siamo inerpicati sui monti Trodos, alla ricerca dei completi e ben conservati cicli di affreschi nelle chiese delle Panaghia tuo Arakou, di Asinou, Podithou e Kakopetria (un giorno), Kalopanayotis, Motullas, Pedoulas e il vasto complesso monastico di Kikkos (il giorno successivo).

Panaghia Phorviotissa, Monti Trodos, Cipro
Panaghia Phorviotissa, Monti Trodos, Cipro


Siamo quindi scesi a Pafos, visitando le rovine di antichi insediamenti cristiani e il monastero di San Neofito.


Il nostro viaggio è proseguito quindi a Istanbul, sconfinata metropoli, crocevia di grandi civiltà, di cui quella bizantina conserva poche tracce, sommerse dalla vincitrice potenza islamica.

Istanbul, S. Sofia
Istanbul, S. Sofia
Istanbul, S. Sofia
Istanbul, S. Sofia

Grande emozione nella basilica di s. Sofia con struggenti presenze di ben più ampi mosaici, e nella chiesa di s. Salvatore in Chora, con il ciclo della vita di Maria nei mosaici del nartece, che per stile architettonico ci ha ricordato quello della basilica di s. Marco a Venezia.

Istanbul, S. Salvatore in Chora, nartece.
Istanbul, S. Salvatore in Chora, nartece.
Istanbul, S. Salvatore in Chora, nartece.
Istanbul, S. Salvatore in Chora, nartece.


Intensa e significativa la visita alla piccola comunità armeno-cattolica, con il cui parroco abbiamo condiviso un momento di preghiera e uno scambio di esperienze inerenti la storia e la spiritualità.


Resterà il ricordo e qualche immagine di un viaggio inconsueto, sulle splendide tracce di antiche presenze cristiane che sopravvivono anche a costo di quotidiano martirio, ma con la luce e la certezza della fede e nella consapevolezza di essere il sale della terra.

Annarosa A.