Corso estivo di Iconografia a Villa Immacolata Torreglia (PD)

 

Corso estivo di Iconografia

a Villa Immacolata Torreglia (PD)

circondata da ampio parco

nello splendido scenario dei Colli Euganei

da domenica 13  a domenica 20 giugno 2021

 

 

Il corso propone l’esperienza della pittura completa di un’icona, attraverso tutte le sue tappe, evidenziando la tecnica, l’estetica e la teologia in essa racchiuse.  

 

 

 

 

 


 

Il corso è una piccola esperienza che può avere risonanza e illuminare ambiti più vasti dell’intera nostra vita, dalla preghiera, dalla liturgia, dai rapporti interpersonali…

 

 

 


       Le tappe di esecuzione dell’icona:

– la tavola di legno e la sua preparazione.

– la stilizzazione del disegno: “alfabeto” della scrittura iconografica;

– la doratura;

– la tempera all’uovo;

– i colori e i pigmenti naturali;

– la tecnica delle lumeggiature;

– la finitura.

 

 

 


     Trovi tutti i dettagli del corso nel depliant allegato

Quali silenzi? Convegno Ecumenico – Venerdì 15 gennaio 2021 – ore 20.45

Un momento di riflessione ispirato al tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2021,  che invita a riscoprire la sorgente della preghiera e della contemplazione dove il silenzio è elemento fondamentale che interpella anche intrecci diversi a volte complici, altre volte nefasti che attraversano la storia.

Iniziativa organizzata e proposta dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Padova, organismo che riunisce membri di diverse chiese cristiane. L’incontro si è svolto venerdì 15 gennaio 2021.

 

cliccare sull’immagine
per avviare la visione dell’incontro

 

Relatori:

Annarosa Ambrosi, teologa, esperta di spiritualità ortodossa

Alberto Peratoner, filosofo, consulente della Congregazione Mechitarista di San Lazzaro (Armeni)

 

Ecco la bibliografia citata durante l’intervento di Annarosa Ambrosi verrà citata la bibliografia che forniamo fin d’ora:

  • GIOVANNI DAMASCENO, La fede ortodossa, Città Nuova
  • SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO, Inni, Città Nuova
  • GIOVANNI CLIMACO, La scala del Paradiso, Città Nuova
  • La Filocalia (4 volumi), Gribaudi
  • Racconti di un Pellegrino russo, varie edizioni
  • CARITONE DI VALAMO, L’arte della preghiera, Gribaudi
  • VLADIMIR LOSSKY, La teologia mistica della Chiesa d’Oriente, EDB
  • T.SPIDLIK-I.GARGANO, La spiritualità dei Padri greci e orientali, Borla
  • ARCHIMANDRITA TICHON, Santi di tutti i giorni, Rubbettino

 

Inizio attività annuali della Scuola di iconografia San Luca

Quest’anno il 18 ottobre, Festa di s. Luca, che dà inizio anche alle nostre attività annuali, cade di domenica.
La s. Messa presieduta dal Vescovo presso la Tomba di s. Luca nella Basilica di s. Giustina (PD) verrà celebrata alle ore 10,30.
Non ci sarà il consueto incontro di conoscenza e presentazione prima della Liturgia, ma gli iscritti ai corsi potranno incontrare i docenti subito dopo la s. Messa, sul sagrato (lato facciata della Basilica), nel rispetto delle norme sul distanziamento.
Le lezioni inizieranno poi dalla settimana successiva, secondo il calendario programmato.

Corsi della Scuola di Iconografia “San Luca” per l’anno 2020-2021

Riprendono i corsi annuali della Scuola di Iconografia s. Luca, pur se con alcuni cambiamenti, dovuti alle note esigenze sanitarie, che hanno imposto una variazione di sede.

I corsi si terranno presso il Centro Parrocchiale Don Bosco – Via Pelosa 63 – Caselle di Selvazzano, raggiungibile con autobus n. 10, oppure in auto dalla tangenziale uscita 4 direzione Vicenza per chi proviene da Padova.  L’ambiente è accogliente e luminoso, servito da ascensore, con ampia possibilità di parcheggio.

La necessità di rispettare le norme sul distanziamento ci impone di una limitazione nel numero di iscritti. Nella allegata locandina sono indicate le modalità di accesso.

Ecco i corsi che saranno avviati quest’anno, con i relativi soggetti di studio:

Corsi con Maestro Giovanni Mezzalira:
• Progredienti: Madre di Dio.
• Avanzati: San Luca assistito dalla Sapienza divina dipinge la Madre di Dio (soggetti in piedi). Oppure: Interpretazione di un tema iconografico a scelta (concordato con il docente), nell’ambito del repertorio tradizionale.

Corsi con Maestra Annarosa Ambrosi:
• Principianti: il Volto di Cristo.
• Progredienti e Avanzati: Arcangelo Michele. Oppure: Interpretazione di un tema iconografico a scelta (concordato con la docente), nell’ambito del repertorio tradizionale.

L’incontro di apertura presso il Monastero di s. Giustina, cui seguirà la s. Messa presso la Tomba di s. Luca, avverrà secondo modalità che saranno comunicate in seguito, attraverso un aggiornamento di questa stessa pagina.

Se desideri frequentare un corso  scarica la locandina contenente i dettagli, in modo da poterti iscrivere per tempo.

chiedi ulteriori informazioni

 

 

Corso estivo d’iconografia 2020 a Villa Immacolata Torreglia (PD)

I CORSI PROPOSTI

 

a Villa Immacolata Torreglia (PD)

circondata da ampio parco

nello splendido scenario dei Colli Euganei

da domenica 14  a domenica 21 giugno 2020

 

Principianti

Il corso propone l’esperienza della pittura completa di un’icona, attraverso tutte le sue tappe, evidenziando la tecnica, l’estetica e la teologia in essa racchiuse. Il corso è una piccola esperienza che può avere risonanza e illuminare ambiti più vasti dell’intera nostra vita, dalla preghiera, dalla liturgia, dai rapporti interpersonali…

 

 

Allievi che abbiano già avuto esperienza nella pittura delle icone

Da due anni i maestri propongono, a chi lo desidera, di entrare nell’esperienza della scrittura dell’icona per il servizio della preghiera comunitaria. Ogni icona, oltre ad essere fatta per la propria casa, deve avere anche il ministero di far pregare. È stato iniziato un lavoro di gruppo per decorare l’abside della chiesa di Villa Immacolata che raffigura la Madonna in trono con il Bimbo sulle ginocchia, circondata da Angeli e dai Santi padovani. Se non si si dovesse riuscire a formare il gruppo di lavoro, agli allievi verrà proposto un corso classico, con soggetto da definire.

 

Le tappe di esecuzione dell’icona riguardano:

✦ la tavola di legno e la sua preparazione con gesso

✦ la stilizzazione del disegno, “alfabeto” della scrittura iconografica

✦ la doratura

✦ la tempera all’uovo

✦ i colori e i pigmenti naturali

✦ la tecnica delle lumeggiature

✦ le iscrizioni

✦ la verniciatura finale.

 

Trovi qui il dépliant con tutte le indicazioni, e i numeri di telefono per ulteriori informazioni.

oppure chiedi qui informazioni ulteriori


 

Corso di iconografia in Abbazia di S.M. di Chiaravalle a Milano

L’Abbazia di S. Maria di Chiaravalle

ospita il corso teorico-pratico
organizzato da
ORA ET LABORA


Il CORSO DI ICONOGRAFIA

è tenuto dal Maestro Giovanni Mezzalira

dal 20 al 27 settembre 2020



presso
Abbazia S.Maria di Chiaravalle
Via Sant’Arialdo, 102
20139 Chiaravalle ( MI)


per i dettagli e per ricevere informazioni si può consultare la brochure del corso .

Ricordo di P. Pietro Fochesato

Una persona amica, con la quale abbiamo collaborato a lungo.

il Rettore del Presbyterium, p. Pietro Fochesato

 

Ci ha ospitato per parecchi anni, quando abbiamo operato come Centro Solov’ev presso il Presbyterium di Padova.

Negli ambienti del Presbyterium, grazie alla sua disponibilità, hanno preso avvio i corsi  della nostra scuola di Iconografia San Luca di Padova.

Ci ha lasciato il 14 maggio 2020.

Qui lo abbiamo ritratto quando presentava uno dei nostri convegni (La figura e l’opera di P. Sergej N. Bulgakov)

 

 

 

 

con il prof. Fellin (a destra), Presidente del Centro Solov’ev

 

e ancora, durante altri convegni, per i quali ci ha accolto e sostenuto.

 

 

lo ricordiamo riproponendo il suo profilo pubblicato dalla Diocesi di Trento:

Addio al dehoniano padre Pietro Fochesato, a lungo in parrocchia al Sacro Cuore a Trento

 

 

 

 

Meditazioni sulla crisi che ci coinvolge

ospitiamo molto volentieri queste meditazioni attuali:

Il vescovo emerito Antonio Mattiazzo sul Coronavirus:
La pandemia sta mettendo in ginocchio il mondo, ma potrà anche lasciare un segno positivo …

nelle nostre vite. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato – ricorda il papa – si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Comprendiamo il “segno” del Coronavirus se cominciamo a rivedere i nostri stili di vita. …

Ecco il primo intervento, pubblicato su “La difesa del popolo”, cui rimandiamo:

Di seguito, un secondo contributo, sempre del Vescovo emerito Antonio Mattiazzo, che ci ha autorizzato a diffondere:

Ce la faremo? Il coronavirus mette a prova la nostra speranza

 

L’epidemia di coronavirus ci ha accompagnato nel tempo della Quaresima come un “segno” di conversione e di ritorno a Dio, da accogliere con fede e coraggio. Ora che siamo arrivati alla Pasqua proviamo a considerare la situazione che stiamo vivendo alla luce della Croce e Risurrezione di Gesù. Se lo facciamo, tutto cambierà di segno e acquisterà un senso nuovo, la nostra vita diventerà “pasquale”, una speranza audace subentrerà alla paura.

La Croce è la morte di Gesù. Uomo vero, nessuno più di Lui ha provato il ribrezzo della morte, perché la cosa più opposta a Dio, che è Vita e Bellezza infinita ed eterna. Ma ha voluto fare l’esperienza della morte e della morte più ignominiosa e atroce, sentendosi abbandonato. L’ha fatto perché ha scelto liberamente di essere solidale con noi, penetrando fin nell’abisso della nostra condizione umana mortale, ma per vincerla e riportare la vita. Così facendo ha cambiato il senso della morte, che non è più una condanna, ma il passaggio alla vita immortale.

Volgendo ora lo sguardo all’epidemia di coronavirus, constatiamo che la nostra congenita fragilità, di cui questo flagello ci ha fatto prendere più viva coscienza, diviene impotenza di fronte alla morte. L’infezione sta mietendo migliaia di morti, specie tra i più anziani. Ogni sera la Protezione civile ci consegna, come in un bollettino di guerra, il numero dei morti. La morte manifesta il suo aspetto più lugubre e impietoso quando vediamo le bare caricate su camion, senza un corteo funebre, diretti verso una destinazione sconosciuta. Pensiamo al dolore dei familiari, privati anche di un ultimo gesto di pietà. Di fronte a tanta sofferenza, è stato un atto molto delicato quello dei nostri Vescovi, che si sono recati in cimitero per pregare e benedire i defunti che dormono in attesa della risurrezione (questo è il senso della parola “cimitero”).

C’è un pensiero, una domanda che rimane come celata, forse rimossa nelle tante informazioni e discorsi che si fanno: che ne è dei morti stroncati dal virus? Si dice per incoraggiarci “ce la faremo! “Ma anche se ce la faremo, sarà ancora per quanto tempo? Non siamo forse tutti mortali? Siccome la scienza e la cultura secolarizzata del nostro tempo non hanno risposte a questa domanda, si preferisce tacere, oppure dare risposte evasive. Qualcuno ha detto: noi non combattiamo contro la morte – è una battaglia già perduta in partenza- ma per avere un po’ più di tempo da vivere in questo mondo. Pur apprezzando il valore della vita, in questo pensiero leggo la rassegnazione e, nel fondo dell’anima, un senso di tristezza. L’attuale sofferenza, allora, sarebbe solo una parentesi negativa, senza alcun senso? La nostra speranza allora si arresta sulla soglia della morte? Sul senso del morire e sul dopo-morte è calato il silenzio. Quel che colpisce è che anche la voce cristiana, almeno nella sfera pubblica, pare affievolita e trova difficoltà ad esprimersi e proporre un discorso sensato e fiducioso sulla vita oltre la morte agli uomini d’oggi. Forse si è ancora intimiditi da chi accusava i cristiani di sprecare, guardando al cielo, le energie destinate al progresso sulla terra. Si è da molti risposto mostrando un generoso impegno nella carità e nel sociale. Questo è certamente cristianesimo genuino. Ma non è tutto, se l’orizzonte del fine ultimo della vita si è offuscato e spenta è la speranza oltre la morte. Non è tutto, perché un progresso solo materiale rimane insoddisfacente: “chi beve di quest’acqua – dice Gesù – avrà di nuovo sete” (Gv 4, 13). Ciò che è venuto a mancare è proprio questo accordo tra cielo e terra, fra progresso umano e Regno di Dio, fra tempo ed eternità. L’averli separati è il grande errore, una grande disgrazia. Se rappresenta un’alienazione religiosa quella di sottrarre valore alla terra in nome del Cielo, ancor peggiore è l’alienazione materialista che assolutizza la vita terrena fino ad eliminare la vita eterna. Una delle conseguenze è una speranza corta e miope, insufficiente e, alla fine, sconfitta di fronte alla realtà ineluttabile e universale della morte, che conferisce alla natura un potere assoluto, capace di annientare anche tutto il bene compiuto. È triste la terra se non è illuminata dal sole di giorno, se le stelle non brillano nell’oscurità della notte. Occorre uscire dagli schemi troppo angusti e dagli scopi troppo bassi in cui abbiamo rinchiuso la nostra vita e i nostri desideri, perché si rivelano incapaci di darci un senso e di infonderci speranza quando tutto viene meno in questo mondo.

Chi ha partecipato alla straordinaria preghiera di Papa Francesco il venerdì 27 marzo scorso è rimasto colpito dallo scenario del tutto insolito che ha visto. Il momento più carico di significato è stato quando il Papa, solo nella piazza deserta e sotto un cielo plumbeo, quando già erano calate le ombre della sera, ha innalzato l’ostensorio dov’era presente il Signore Vivente per benedire tutta l’umanità di oggi, smarrita nella tempesta del coronavirus. In quel momento di luce mi risuonavano le memorabili parole di Cristo di fronte al sepolcro di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno “(Gv 11, 25-26). Parole di potenza divina che irrompono nel buio della morte e rivelano il Vincitore della morte e Donatore di una vita che va aldilà della morte terrena. È il Cristo, vincitore della morte e risorto alla vita immortale che svela e compie la nostra vocazione alla vita eterna. Perché Dio non ci ha destinati alla morte, ma alla vita e alla felicità eterna.

Fondato su questa fede, S. Paolo ci ha detto una stupenda verità che illumina i momenti bui della nostra esistenza terrena: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? “(Rm 8, 35). Non c’è tribolazione o angoscia, non c’è virus, non c’è neppure la morte che ci possa separare dall’amore di Cristo. La morte non ha potuto vincere il suo amore divino ed infinito. La Liturgia canta: “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”.

Il Cristo in cui crediamo non è rinchiuso nel passato, vive nel presente e ci attira verso di Lui nella gloria. Nel Battesimo noi siamo stati uniti al Cristo morto e risorto. Cristo ha già incontrato la mia morte e mi ha fatto partecipe della sua vita nuova ed eterna. La mia vita deriva dalla Pasqua e tende verso la Pasqua eterna.

Questa prospettiva così grandiosa l’abbiamo forse sepolta nel fondo del nostro cuore. Ma non è sparita. Perché non risvegliarla e farla risalire alla luce della coscienza, farla rientrare nella nostra vita? Cerchiamo, in questo tempo di Pasqua, di rientrare in noi stessi, ascoltiamo la nostra anima, il nostro cuore, ascoltiamo soprattutto la voce di Dio. Il Signore Risorto non è lontano da noi, ci avvolge con la sua luce, apriamo a lui il nostro cuore. A questa condizione, in ogni caso “ce la faremo”e nulla andrà perduto, neppure la sofferenza, perché la fede dà un senso anche alla sofferenza. Sperimenteremo allora che la paura e l’angoscia cedono alla fiducia e alla speranza. Chi possiede questa forte speranza, non solo guarderà al domani senza timore, ma si sentirà pure animato ad impegnarsi ancor di più nel servizio del prossimo con la certezza che nessuna opera buona sarà vana e senza ricompensa eterna.

Il tempo sulla terra è il tempo che Dio ci dona per confezionare l’abito per partecipare al banchetto delle nozze eterne nel Regno di Dio. È necessario confezionarlo oggi, perché giunti là, non ci sarà più tempo. Il filo d’oro con cui intessere l’abito è l’amore, quello autentico. Perché nella vita eterna non entrerà neppure un granello di egoismo, ma solo l’amore.

5 aprile 2020                                                                  Antonio M.