Ascensione

ASCENSIONE
Mentre i discepoli lo guardavano, Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.

Palermo, Chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio (la Martorana)

Palermo, Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio

Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo» (Atti 1,9-11).

Nelle cupole delle Chiese è spesso rappresentata la scena dell’Ascensione, che è anche quella del ritorno glorioso di Cristo nella sua seconda venuta, a indicare il “tempo della Chiesa”, che come sposa fedele, attende in preghiera il giorno in cui lo Sposo verrà.
Palermo, Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio (la Martorana).
Dal viaggio-studio Iconografi 2017.

Maggio, mese dedicato alla Madre di Dio

Nell’iconostasi, che raffigura il divenire della Chiesa nel tempo, troviamo più volte l’immagine della Vergine a sottolinearne l’importanza insostituibile nella storia della salvezza.
Al centro dell’ordine dei Profeti (seconda fila dall’alto, sotto la Trinità) si trova solitamente l’icona della Madre di Dio del Segno, immagine della profezia di Isaia (7, 14): «Ecco una vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che sarà chiamato Emmanuele» e poi ripresa nel Vangelo di Matteo (1, 23).

La Madre di Dio del Segno è l’immagine della compenetrazione del Creatore nella creatura, del cielo che si è unito
alla terra.

Il grembo della Vergine è così ampio da contenere l’incontenibile: «Il tuo grembo è più vasto dei cieli, poiché Colui che i cieli non poterono contenere, il tuo grembo lo ha contenuto» canta un inno della Chiesa bizantina.
Il Signore, padrone di tutto, incontenibile, vuole circoscriversi nel grembo della Vergine.

L’immagine della Madre di Dio del Segno rappresentata frontalmente, con le braccia levate in preghiera e l’Emmanuele sul petto – spesso racchiuso in una mandorla – è tra le più antiche dell’iconografia cristiana; sovente ai lati della Vergine sono raffigurati angeli che indicano la presenza del Divino e inneggiano alla Tutta Santa.

La tipologia della Madre di Dio del Segno è la rappresentazione della Chiesa, cioè dell’umanità che contiene in sé il divino e ne diventa trasparenza.

Talvolta al posto dell’icona della Madre di Dio del Segno compare quella della Vergine in trono. Un’immagine che rappresenta il secondo ordine dell’iconostasi è quella, come nella riproduzione qui a fianco, intitolata Lodi della Madre di Dio (XVI secolo, Museo Russo, San Pietroburgo): in essa tutti i profeti con le loro profezie perfettamente adatte alla Vergine, confermano che l’Antico Testamento ha preparato l’Incarnazione, la venuta dell’Emmanuele, il Dio con noi e in mezzo a noi.

Corso estivo d’iconografia 2023 a Villa Immacolata Torreglia (PD)

Il corso propone l’esperienza della pittura completa di un’icona, attraverso tutte le sue tappe, evidenziandone la tecnica, l’estetica e la teologia in essa racchiuse. Non pretende di formare da subito degli iconografi (per questo si richiedono anni di apprendistato): vuol fornire delle concrete chiavi di accesso all’arte sacra in vista di trarne benefici a diversi livelli.

Il corso è organizzato dalla Scuola diocesana d’Iconografia S. Luca di Padova.

Si terrà a Villa Immacolata di Torreglia (PD) da domenica 4 giugno a domenica 11 giugno 2023.

Alla conclusione dei corsi, domenica 11 giugno, è prevista la benedizione delle icone, anche quelle realizzate durante i corsi annuali.

Le iscrizioni dovranno essere effettuate entro il 20 maggio 2023, rivolgendosi a Enrico Bertaboni, i cui riferimenti sono pubblicati nella locandina:

Icona di Gesù Misericordioso

Il corso annuale della Scuola diocesana di Iconografia s. Luca di Padova guidato dal Maestro Giovanni Mezzalira nel 2015-2016 (ANNO DELLA MISERICORDIA) ha realizzato l’Icona di Gesù Misericordioso, secondo i canoni trasmessi da s. Sr. Faustina Kowalska.

Icona di Gesù Misericordioso

Icona di Gesù Misericordioso

Il 22.2.1931 sr. Faustina ebbe una visione che ella così descrive nel suo Diario:

Stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido (…).
Gesù mi disse: DIPINGI UN’IMMAGINE SECONDO IL MODELLO CHE VEDI, CON SOTTO SCRITTO: GESÙ CONFIDO IN TE! DESIDERO CHE QUESTA IMMAGINE VENGA VENERATA PRIMA NELLA VOSTRA CAPPELLA, E POI NEL MONDO INTERO (…).
Mentre pregavo udii interiormente queste parole: I DUE RAGGI RAPPRESENTANO IL SANGUE E L’ACQUA. IL RAGGIO PALLIDO RAPPRESENTA L’ACQUA CHE GIUSTIFICA LE ANIME; IL RAGGIO ROSSO RAPPRESENTA IL SANGUE CHE È LA VITA DELLE ANIME. ENTRAMBI I RAGGI USCIRONO DALL’INTIMO DELLA MIA MISERICORDIA, QUANDO SULLA CROCE IL MIO CUORE, GIÀ IN AGONIA, VENNE SQUARCIATO CON LA LANCIA.
Disse ancora Gesù a sr. Faustina (come ella riferisce nel suo Diario): “Attraverso questa immagine concederò molte grazie“.

Il papa Benedetto XVI, nel Regina Caeli del 23 aprile 2006 così diceva della sacra immagine di sr. Faustina:
Quelle sacre piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato sono sorgente inesauribile di fede, di speranza e d’amore a cui ognuno può attingere, specialmente le anime più assetate della Divina Misericordia. Il culto della Misericordia Divina non è una devozione secondaria, ma dimensione integrante della fede e della preghiera del cristiano“.

In questo Anno Santo della Misericordia indetto dal nostro Papa Francesco, ci sentiamo incoraggiati a riproporre questa sacra immagine, proprio in obbedienza all’invito di Gesù “dipingi…!” che, attraverso le parole di sr. Faustina, la Chiesa ha accolto e approvato.
Lo facciamo con il linguaggio dell’iconografia comune alla Chiesa unita del Primo Millennio cristiano, nella convinzione che tale linguaggio, in quanto universale, sia il più efficace per esprimere il sacro contenuto che esso racchiude.

Il Cantico dei Cantici – lettura ecclesiale commentata e illustrata

Una iniziativa in occasione della Santa Pasqua

LETTURA ECCLESIALE
del
Cantico dei Cantici

commentata e illustrata a cura di
Annarosa Ambrosi

 

Roma, mosaico absidale di s. Maria in Trastevere, fine XIII sec. Sui cartigli le frasi ricavate dal Cantico: a destra “Vieni, mia diletta e ti porrò sul mio trono”. A sinistra: “La sua sinistra è sotto il mio capo, e la sua destra mi abbraccia”. (foto A. Ambrosi)

 

L’Icona per un nuovo umanesimo

L’icona è cristocentrica,
fondata cioè sul mistero dell’Incarnazione del Verbo:
Dio si è reso visibile,
diventando icona del Dio invisibile.

Gesù Cristo è l’uomo perfetto, e: “chiunque segue Cristo,
l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo”
(Gaudium et spes, 41):
realizza cioè la sua più intima vocazione esistenziale,
trova il senso della propria vita,
comprende e comunica consapevolezza
della dignità della persona umana.

Nell’icona infatti il volto di Dio si comunica a noi come Bellezza,
quella bellezza che proviene propriamente dalla dignità della persona umana,
bellezza che non solo scompare,
ma che diventa più efficace nel momento dell’umiliazione e della croce,
perché rivela il mistero dell’amore più grande,
quello di colui che dà la vita.

L’uomo salvato è l’uomo trasfigurato,
che può tornare a far trasparire nitidamente l’immagine di misericordia
del suo creatore, secondo cui è stato plasmato.

I volti dei santi delle icone ci ricordano tutto questo,
le scene riguardanti la storia della salvezza
ci aiutano a leggere il tempo secondo le coordinate del piano di salvezza,
in modo da coglierne i segni profetici
ed essere perciò testimoni di ciò che abbiamo visto e creduto.

C’è bisogno anche oggi di saper riconoscere e contemplare
la Bellezza del volto di Gesù.

@ambrosiann

La Vergine tesse un corpo a Dio

di Giovanni Mezzalira
L’icona dell’Annunciazione – 25 marzo

Icona russa del XVI secolo - scena dell’inno Acatisto

Icona russa del XVI secolo – scena dell’inno Acatisto

Nella pienezza dei tempi, amorevolmente preparati dalla Divina Sapienza, finalmente si inaugura una ricreazione del mondo. L’evento inizia in un piccolissimo spazio che diventa il portale dell’ingresso di Dio nella storia.

Palermo – Chiesa di S.Maria dell’Ammiraglio – Mosaico arco trionfale

La rappresentazione dell’Annunciazione si colloca infatti sulle Porte Regali oppure sull’arco trionfale, spazi liturgici che introducono nel presbiterio, immagine del Cielo in terra. A portare il Cielo in terra è lei, la Vergine predetta da Isaia, la Vergine del Segno o Platitera, il cui grembo è più ampio dei cieli.

Annunciazione

I Padri della Chiesa, veri poeti teologi, così si esprimono: «Il grembo della Vergine ha tessuto il corpo di Cristo con tinta di porpora» (grande canone di sant’Andrea di Creta).
San Proclo canta il grembo di Maria «come se fosse una filanda che ha tessuto con una spola divina un chitone non cucito, il corpo indossato da Dio».
L’iconografia, ispirata al linguaggio dei Padri, dà visibilità alla dinamica di questo mistero raffigurando la Vergine che acconsente al progetto salvifico con una manina protesa che appena fuoriesce dal maphorion in umilissima postura e quindi inizia la tessitura con una matassa di lana rossa che, trasformata in filo, è avvolto sulla rocca.

Icona dell’Annunciazione di Ustiju

La trasposizione visiva del concepimento può essere più esplicita, come in questa icona dell’Annunciazione di Ustijug dove è già raffigurato in un ovale rosso il Bambino Gesù.
Il 25 marzo, nove mesi prima del 25 dicembre, c’è già tutto Gesù.
Il filo rosso ci rivela una dimensione di regalità ma anche di martirio.
Questo corpo e sangue di un Dio incarnato, costruito come un tempio corporale dal corpo e dal sangue (e si può aggiungere dal latte) di questa fanciulla di Israele della stirpe di Davide, sarà l’Agnello sacrificato, immolato dall’inizio dei tempi, per l’incessante peccato dell’uomo.
Nel sangue di Cristo è presente una misteriosa corredentrice di cui ci è ignota la vera grandezza di martirio.
Nell’iconografia dell’Annunciazione diffusa in occidente notiamo l’assenza di questo simbolo, al quale è preferito il Sacro Libro, come in questo mosaico di Cavallini nella chiesa di S. Maria in Trastevere a Roma. Sicuramente questa formula rispecchia maggiormente la realtà storica del momento della visita dell’arcangelo che coglie la Vergine in preghiera o nella lettura della Sacra Scrittura; il Vangelo di Giovanni poi esplicita il mistero del Verbo che si fa carne.
Quale simbolo preferire? L’iconografia sacra ha la necessità di esprimere precise realtà teologiche il più concretamente possibile inserite nei fatti storici, ma le formule non sempre sono uniche.
La tradizione iconografica ci mostra anche un altro personaggio con in mano un fuso e una conocchia: si tratta della nostra progenitrice Eva, vestita dal Signore dopo il peccato con una tunica di pelle, come in questo mosaico di Monreale.
Possiamo riflettere su alcune corrispondenze che collegano l’inizio dei tempi dei nostri progenitori, con la pienezza dei tempi di Maria. I simboli sono simili: porte che si chiudono e che si riaprono, il lavoro come fatica e come redenzione, il vestito di pelle animale e il vestito regale della bellezza divina unita a quella umana…
Ma ognuno può qui, con l’aiuto dello Spirito Santo, aggiungere le proprie evocazioni.

Viaggio di Studio in Grecia per Iconografi e simpatizzanti – maggio 2023

Le Scuole di Iconografia di Maguzzano e Padova propongono
un VIAGGIO DI STUDIO IN GRECIA,
dall’ 8 al 16 maggio 2023
allo scopo di conoscere le migliori espressioni artistiche
della Grecia antica,
dell’epoca cristiana bizantina
e in particolare dell’arte iconografica classica,
visitando i monasteri, le chiese, i musei, e i siti archeologici
che ne racchiudono le principali testimonianze.

Particolare degli splendidi affreschi (XIV sec.) della Chiesa di s. Nicola Orfanos a Salonicco.

Preleva il programma del viaggio di studio

Corso di Iconografia al Convento di San Gimignano

Il corso, guidato dal maestro Giovanni Mezzalira, propone l’esperienza del lavoro sulle icone secondo il metodo e la tradizione ad esse propri, approfondendone la teologia ed il linguaggio artistico.

Il tema del corso base è il Volto di Cristo,  il tema del secondo corso è l’icona della Vergine del segno mezzo busto, il tema del corso intermedio è l’icona della Vergine del segno,  il tema del livello avanzato è l’icona dell’apparizione del Risorto a Maria Maddalena.

Dal 9 al 16 luglio 2023, al Convento di Sant’Agostino di San Gimignano

Corso di Iconografia presso il Monastero delle Cistercensi di Cortona

Dal 20 al 28 maggio 2023 presso il Monastero SS. Trinità delle Monache Cistercensi in Via San Niccolò, 2 – 52044 Cortona (AR) si terrà il corso di Iconografia del Maestro Giovanni Mezzalira.

Il corso si svolgerà presso la foresteria del monastero SS Trinità, avrà inizio sabato 20 maggio alle ore 14,00  e terminerà domenica 28 maggio con la S. Messa e la benedizione delle icone.

Monastero delle Cistercensi di Cortona, sede del corso di Iconografia

 

per tutte le informazioni utili e per le indicazioni per iscriverti, preleva la locandina del corso